Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) è una patologia grave che può insorgere in seguito a un evento traumatico e può influenzare la qualità della vita delle persone colpite. Secondo l’American Psychiatric Association (APA), è caratterizzato da sintomi quali flashback, incubi, evitamento di situazioni che richiamano il trauma e reattività eccessiva. Questi sintomi possono influenzare il funzionamento quotidiano dell’individuo e la sua capacità di interagire con gli altri. In un articolo del 2008, Kessler e Wang hanno fornito una panoramica sull’epidemiologia dei disturbi mentali più comuni negli Stati Uniti, tra cui il PTSD. Secondo gli autori colpisce circa il 3,5% degli adulti americani in un dato momento della loro vita.
Tuttavia, questo tasso può variare a seconda della popolazione esaminata e del tipo di trauma subito. Uno studio del 2015 condotto da Michopoulos e colleghi ha esaminato l’associazione tra il livello di proteina C-reattiva (CRP) e la variabilità genetica del gene CRP con i sintomi di PTSD e le risposte fisiologiche in una popolazione civile con alti livelli di trauma. I risultati hanno mostrato che i partecipanti con sintomi elevati avevano livelli più elevati di CRP rispetto a quelli senza sintomi. Inoltre, i partecipanti con variazioni genetiche nel gene CRP avevano sintomi più gravi di PTSD rispetto a quelli senza tali variazioni. Un altro studio del 2015, condotto da Lohr e colleghi, ha esaminato se il PTSD fosse associato a un invecchiamento prematuro. I risultati hanno mostrato che il PTSD era associato a un accorciamento dei telomeri, che sono strutture che proteggono il DNA e sono indicativi dell’invecchiamento cellulare. Tuttavia, i risultati di questo studio devono essere replicati in studi futuri per confermare questi risultati.
Un’altra complicazione del disturbo è la sua associazione con il sindrome metabolica. In uno studio del 2015, Rosenbaum e colleghi hanno condotto una revisione sistematica della letteratura e una meta-analisi per valutare il rischio di sindrome metabolica tra le persone con PTSD. I risultati hanno mostrato che le persone con PTSD avevano un rischio significativamente maggiore di sviluppare la sindrome metabolica rispetto a quelle senza disturbo. Kessler ha descritto il disturbo come una patologia che colpisce sia l’individuo che la società. Secondo l’autore può influire sulla produttività lavorativa, sulla qualità della vita e sui costi per la salute mentale.
Infine, uno studio del 2007 condotto da Yehuda e LeDoux ha esaminato la variabilità delle risposte al trauma. Secondo gli autori, ci sono differenze individuali nella risposta al trauma, che possono essere influenzate da fattori biologici, psicologici e sociali. La comprensione di queste differenze può essere utile per sviluppare Il disturbo da stress post-traumatico è una patologia psichiatrica grave che può insorgere in seguito a un evento traumatico e può influenzare la qualità della vita delle persone colpite.
In generale, la ricerca sul PTSD sta cercando di capire meglio i meccanismi biologici, psicologici e sociali che influenzano la sua insorgenza e il suo sviluppo. Questo può portare a nuovi modi di trattamento e prevenzione, nonché a una maggiore consapevolezza della patologia e delle sue conseguenze sulla salute mentale e sulla società in generale. Il disturbo da stress post-traumatico è una patologia psichiatrica grave che può influenzare significativamente la qualità della vita delle persone colpite. Fortunatamente, ci sono diversi trattamenti disponibili.
Secondo l’American Psychiatric Association, il trattamento può includere la terapia psicologica, la terapia farmacologica o una combinazione dei due. Una delle terapie psicologiche utilizzate per il PTSD è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). La CBT si concentra sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti che contribuiscono ai sintomi del PTSD. La CBT può includere tecniche come l’esposizione graduale al trauma e la ristrutturazione cognitiva. La terapia dell’esposizione graduale è una tecnica che prevede di affrontare gradualmente le situazioni o gli oggetti che causano ansia o paura, per aiutare la persona a superare la sua reazione di evitamento. La ristrutturazione cognitiva è una tecnica che aiuta la persona a identificare e modificare i pensieri negativi e distorti che contribuiscono ai sintomi.
La psicoterapia sistemico-relazionale si concentra sull’interazione tra l’individuo e il suo ambiente. L’approccio terapeutico si basa sull’idea che l’individuo sia un sistema interconnesso con il suo ambiente, e che i problemi psicologici siano spesso il risultato di un disfunzionamento all’interno di questo sistema. Nel caso del PTSD, la psicoterapia sistemico-relazionale potrebbe concentrarsi sull’individuo e la sua relazione con la famiglia, gli amici e il lavoro, esplorando come il trauma abbia influenzato queste relazioni.
La psicoterapia psicodinamica, d’altra parte, si concentra sull’analisi del significato inconscio delle esperienze del paziente. L’approccio terapeutico si basa sull’idea che i problemi psicologici siano il risultato di conflitti inconsci che l’individuo non è in grado di affrontare. Nel caso del PTSD, la psicoterapia psicodinamica potrebbe concentrarsi sull’analisi del significato inconscio del trauma e dei suoi effetti sul paziente.
Tutte le forme di terapia possono essere utilizzate per il trattamento del PTSD, ma è importante notare che non esiste una terapia unica che funzioni per tutti i pazienti. La scelta dell’approccio terapeutico dipende dalle esigenze individuali del paziente e dalle sue preferenze personali.
La ricerca ha dimostrato che la psicoterapia è efficace per il trattamento del disturbo. Ad esempio, un meta-analisi del 2018 di 60 studi ha dimostrato che la terapia psicologica, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia psicodinamica e la terapia sistemico-relazionale, è efficace nel ridurre i sintomi del PTSD.
Anche la terapia farmacologica può essere utilizzata per trattare i sintomi del PTSD, come l’ansia, la depressione e la reattività eccessiva. I farmaci più comunemente utilizzati sono gli antidepressivi, come i farmaci della classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Gli SSRI sono stati approvati dalla FDA per il trattamento e sono efficaci nel ridurre i sintomi di ansia e depressione.
Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono alla terapia farmacologica. Inoltre, gli antidepressivi possono causare effetti collaterali, come nausea, vertigini e disturbi del sonno. È stato anche studiato il ruolo della terapia alternativa, come l’agopuntura e la meditazione, nella gestione del disturbo. Uno studio del 2017 ha esaminato l’efficacia dell’agopuntura e ha riscontrato che la terapia può essere efficace nel ridurre i sintomi del PTSD.
Un altro studio del 2018 ha esaminato l’efficacia della meditazione nel ridurre i sintomi. I risultati hanno mostrato che la meditazione può essere utile nel miglioramento della qualità della vita delle persone colpite. In conclusione, ci sono diversi trattamenti disponibili per il PTSD, tra cui la terapia psicologica, la terapia farmacologica e la terapia alternativa. La scelta del trattamento dipende dalle esigenze individuali del paziente e dalla gravità dei sintomi.
Bibliografia
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- Rosenbaum, S., Stubbs, B., Ward, P. B., Steel, Z., Lederman, O., & Vancampfort, D. (2015). The prevalence and risk of metabolic syndrome and its components among people with posttraumatic stress disorder: A systematic review and meta-analysis. Metabolism, 64(8), 926-933. doi: 10.1016/j.metabol.2015.04.009
- Yehuda, R., & LeDoux, J. (2007). Response variation in posttraumatic stress disorder: Mechanisms and therapeutic implications. Biological Psychiatry, 62(11), 1188-1197. doi: 10.1016/j.biopsych.2007.06.028
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